Un referendum per cambiare regione.

Capozzi Vitantonio

84035 Polla (SA), Via Giardini, n° 73

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tonino.capozzi@libero.it

C'è una locuzione latina, attribuita probabilmente a Sallustio, che abbiamo appreso al liceo, che così suona "Faber est suae quisque fortunae", tradotto significa "Ciascuno è artefice della propria sorte". E, oltre a tale assunto, un'altra locuzione, che è l'effetto corroborante della prima, affermava che "La fortuna assiste i coraggiosi (Fortes fortuna adiuvat)", con ciò significando che, per pensare di costruire il proprio futuro, occorre scegliere, decidere sempre e comunque e agire di conseguenza, ma  anche essere consapevoli delle molte (o poche) scelte che si hanno a disposizione nelle varie situazioni della vita. Ecco dunque il sito "pollainbasilicata" che non è di breve durata. Vuole essere, invece, un percorso di facile approccio, che potrà essere di aiuto per comprendere, in modo chiaro e completo, quanto stiamo facendo per distaccare il territorio di Polla dalla Campania ed accorparlo alla Basilicata: un buon viatico per costruire insieme le premesse e le condizioni per questa avventura,  giorno dopo giorno. 

Cari cittadini di Polla, abbiamo ritenuto utile allestire questo sito per farvi diventare gli artefici del proprio futuro. Non stiamo qui parlando di fantasiose ed iperuraniche idee, ma semplicemente desideriamo che voi vi rendiate conto, toccando con mano, delle concrete e interessanti prospettive che si schiudono, nell'immediato futuro, davanti a voi.

 
 
E' bene che si sappia che siamo un gruppo di cittadini, residenti a Polla, i quali, sollecitati da più parti della società civile, hanno pensato, consapevolmente avulsi da qualsiasi etichetta o schieramento politico, di aprire un dialogo con i propri concittadini per coinvolgerli direttamente e così decidere sul loro destino. E partiamo dalla consapevolezza che la partecipazione dei cittadini, attraverso la leva del referendum, costituisca non solo il fondamento della democrazia  degli Stati moderni, ma soprattutto il mezzo più efficace per far valere le loro idee. Anche perché siamo consapevoli del fatto che il concetto di democrazia, di fatto, si contrappone a tutto ciò che si occulta per favorire interessi personali o di gruppo e, nei fatti. si  configura  come un'ineludibile esigenza  di concreta partecipazione alla res pubblica (cosa pubblica),  e  del  suo  agire diretto,  che  ne  garantiscono, fondamentalmente, il loro libero esplicarsi ed autodeterminarsi.
 

Cari cittadini di Polla, vi informiamo perché voisappiate!!!

La parola CAMBIAMENTO è quotidianamente usata dalla politica nazionale e locale. Ma spesso si utilizza la parola per associarla più al cambiamento delle persone che non alle COSE DA CAMBIARE. Oggi il dibattito è aperto più sulle persone, su chi governa e gestisce il potere, che non sulle AZIONI DA METTERE IN CAMPO, sulle strategie da intraprendere e sulle prospettive future. E' vero che stiamo vivendo un periodo di grande crisi mondiale e nazionale, un male endemico e pandemico, che quotidianamente ci corrode, e ci costringe, come in una morsa, a ripiegamenti socio-economici, che incidono inevitabilmente sul tessuto sociale dei cittadini, specie degli anziani e di coloro che hanno perso il proprio lavoro. La crisi si trascina ineludibilmente oramai da alcuni anni. 

E le vere risposte mancano ancora all'appello dei cittadini, risposte di futura programmazione e di idee validamente nuove, per iniziare a far correre quel treno dell'economia che sta fermo al binario morto del "DOLCE FAR NULLA", con l'unica prospettiva di stare a guardare gli eventi che mutano al mutare inevitabile dei tempi. Mi piace qui ricordare che la parola crisi, nel vocabolario cinese, viene rappresentata con due ideogrammi: l'uno indicante la PAURA, l'altro L'OPPORTUNITA'. Ebbene la paura l'avremmo dovuta già dimenticare, ma ancora persiste e ci assale, mentre le opportunità sono ancora sopite e silenti. Abbiamo perciò voluto aprire una finestra di dialogo con i cittadini, che per noi rappresenta la parte più viva di una comunità,  perchè insieme possiamo affrontare  il lungo iter referendario, che potrà rappresentare il vero cambiamento non solo geopolitico ma, soprattutto, sociale, culturale ed economico.

Una domanda, a questo punto, è d'obbligo: ma che c'entra la crisi, che ci accompagna, col referendum che qui rappresentiamo? La risposta vi verrà fornita quando proverete a scorrere le pagine del sito allestite per offrirvi un servizio di chiarezza e trasparenza.

Per ora accontentatevi di qualche riflessione che, al momento, pensiamo possa essere utile per un vostro primo approccio agli argomenti da affrontare.   

Oggi, che stiamo ancora all'inizio di un percorso che, già sappiamo, si presenta lungo e difficile, cominciamo a registrare il diffondersi di dissapori e malumori in una parte di noti personaggi della politica locale. Sappiamo però come difenderci.  Questi "orti" e "orticelli", che proliferano laddove vegetano i poteri della politica si stanno già dando da fare per far tenere le bocche cucite ai cittadini, n tutti i modi e a qualunque prezzo, anche quando quel piccolo ed unico potere che essi hanno lo vogliono annientare. Mi riferisco all'ipotesi del referendum che nei prossimi giorni sarà proposta alla cittadinanza pollese, chiamata a decidere se restare a far parte della Campania o passare in Basilicata. 

Noi ci proveremo. Se tutti avremo la forza e la capacità di combattere quegli "orti" e "orticelli", retaggio di epoca remota e che rappresentano il naturale e ottimale substrato, utili per consolidare le nicchie del potere e delle rendite di posizione, possiamo incominciare a guardare avanti, ad un futuro diverso. Noi vogliamo partire dalla base, dando voce ai cittadini, servendoci della leva della "POLITICA DEI PICCOLI PASSI", per spazzare via una malandata e vecchia politica e, così, aprire i nostri occhi verso nuovi orizzonti. Con il referendum, o meglio dando forza ai cittadini con la loro voce, ciò è possibile.C'è un problema di fondo. Molti pensano di poter essere utili solo se ricoprono un ruolo istituzionale. Ma non è così. Tante esperienze lo dimostrano. E allora resta la difficoltà del nostro Paese a innestare la marcia. Invece dobbiamo mettercela tutta, cercando di partire dalle fondamenta della nostra democrazia, servendoci dell'arma del referendum, deterrente di qualsiasi forma di pregiudizio.

 

 

Il progetto nasce il 29 novembre 2013. 

Un incontro, voluto dall'Associazione culturale Petelia "Citta del Sole" aperto ai cittadini di Polla, ha spianato la strada per tentare di lasciare la Campania per far parte della Basilicata. Il distacco/aggregazione era già nell'aria da alcuni anni, quando si cominciò a parlare del progetto della "Grande Lucania". Correva l'anno 2006. Da allora, nonostante le buone intenzioni delle Amministrazioni comunali aderenti al progetto, di quell'idea non si parla più, come se fosse caduta nel nulla, senza prospettiva futura. Noi dell'Associazione abbiamo affrontato il tema e ci siamo convinti che quell'avvenistica e faraonica, pur condivisibile nella sua forma e prospettazione, non possa pervenire a felice conclusione. Sappiamo solo che per la sua realizzazione non tutte le Amministrazioni si sono dichiarate propense ad aderire all'iniziativa dei promotori. E sappiamo anche che, perchè il progetto si realizzi, occorre che si metta mano ad una apposita legge costituzionale, non solo per aggregare gli aderenti Comuni, ma anche per modificare l'originario nome da "BASILICATA" in quello di "GRANDE LUCANIA". 

Discorrendo le sentenze della Corte Costituzionale che si sono pronunciate nella fattispecie dei referendum proposti per casi di distacco/aggregazione, abbiamo potuto cogliere dei segnali forti che, da un verso, favoriscono quei comuni confinanti con Regioni diverse (sentenza n° 334/2004), dall'altro, la Suprema Corte rallenta la corsa ai distacchi, (Sentenza 21.10.011, n° 278), nella parte in cui afferma che "lo scorporo da una o più preesistenti Regioni di una così ingente quantità di cittadini è destinato ad avere rilevanti conseguenze sul tessuto politico, sociale, economico ed amministrativo non della sola porzione di territorio che si distacca da Regione ma, inevitabilmente, anche su su quello della residua parte di essa".  Ed è quindi significativo osservare, conclude la Corte, che "per il meccanismo distacco/aggregazione territoriale di Province o Comuni da una Regione ad un'altra è sufficiente lo strumento legislativo della legge ordinaria (ancorché rinforzata da uno speciale aggravamento procedurale: sentenza n° 246 del 2010). Non sembra esservi nulla da aggiungere a tali lapidarie considerazioni di diritto, oltre che di buon senso. Vitantonio Capozzi.

 
 

 

 

I nostri utenti

 SONO COLORO I QUALI HANNO A CUORE IL DISTACCO DALLA CAMPANIA PER AGGREGARSI ALLA BASILICATA.